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Kamikaze

Un collage dal giornale arabo stampato in Europa, Al Ahram del 4 dicembre 2004. Mi é ignoto cosa ci sia scritto, ma l'arabo scritto é più un disegno che una lingua. Un'opera d'arte in sè, per chi non lo capisce.
Ho pensato di fermare per un attimo, a modo mio, l'attenzione sul fenomeno più incredibile dei nostri tempi: uomini -o donne, in pochi casi dei ragazzini- che si uccidono per uccidere altri uomini, donne, ragazzini. Ho usato un telaio da mountain bike, il tipo più usato in Medio Oriente per sembrare simili all'Occidente. La carta del giornale é in parte inzuppata di inchiostro verde. Il verde é il colore dell'Islam.
Quando ho fotografato questa bici davanti alla Sinagoga di Roma é successo ciò che mi aspettavo: sono stato circondato da tre carabinieri con mitraglietta, allertati dagli agenti di sicurezza del tempio che avevano notato le scritte in arabo. Sono stato identificato, nessuno mi ha trattato male, ma sono stato immediatamente bloccato perché avevo una bici con le scritte in arabo.

Non stiamo messi bene.

Comunque ho avuto occasione per fare il mio predicozzo sulla pace in Medio Oriente, con i due popoli e una terra che dovrebbero essere come la bicicletta, che ha due ruote separate ma unite dallo stesso telaio.

Fesserie, insomma. Lasciamo giocare i grandi, loro sanno cosa é bene fare.



 
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