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calma

Il pane cresce con calma, dopo un lungo massaggio alla sua pasta cedevole
Si allunga con filamenti sempre più densi mentre il processo va avanti per conto suo
Movimenti ritmati dal senso di ciò che si fa ora, adesso
Pane semplice, eterno bene per tutti, costretto ad essere
Studiosi senza camice ne valutano le oscillazioni sul mercato

L’acqua è tiepida per aiutare la lievitazione
Il lievito sbriciolato si fonde nella pasta in formazione
Lungo, lento, ripetitivo il movimento scioglie anche il sale
Il tempo passa sorridente e approva, lungo, lento
Fuori si accendono polemiche inutili, fuochi senza legna

Intanto il pane cresce, per sempre lento nella sua madia moderna
Aspetta la fine del processo senza sentimento
L’impasto è sempre più elastico e duro, allungarlo risulta difficile
Il forno non deve essere ancora acceso, c’è tempo per lui e dorme
Dall’estero osservano la nostra vita, che anche noi subiamo attoniti

Ora il pane è cresciuto, non deve farlo di più
Si lascia togliere dalla madia, si lascia posare sul piano
Lo massaggio ancora, lo accarezzo lentamente
L’impasto è perfetto, la sua carne soda mi risponde immediatamente
Carezza dopo carezza mi risponde e dice: ancora, ancora

Ora è tempo di svegliare il forno e accenderlo
Deve essere caldo per accogliere il pane e farlo diventare adulto
Pochi tagli all’impasto: camini per l’umidità in eccesso
Farina cruda sul suo bel viso tondo: trucco d’amante
Il pane entra in forno. Fuori il traffico è nervoso



 
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