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rotafissari

In poco tempo siamo diventati tanti.
Eravamo pochi, sparpagliati, nati come ai primordi dell'umanità: all'insaputa di noi stessi.
Poi qualcosa si è mosso. L'insistenza, la testardaggine, e soprattutto la gioia di condividere con altri una delle forme di spostamento più essenziali e -quindi, per noi- assolutamente coinvolgente, unita alla gioia della riscoperta delle proprie capacità fisiche, meccaniche, mentali, oniriche: tutto questo, ed altri elementi che non sono logicamente riconducibili ad un senso preciso, hanno creato una nuova forma di aggregazione umana.
Oggi ci troviamo a Milano, Roma, Firenze, Cagliari, Catania; segnali di nuove nascite stanno arrivando un po' da ovunque, nel nostro disgraziatissimo paese; i meccanici di diverse città stanno ricevendo un numero sempre crescente di strane proposte (tipo: "senta, vorrei trasformare questa bici in ruotafissa"), qualcuno di loro si sta domandando il perchè.
Non c'è risposta.
Prendi la bici e vai, lo capisci da te.

Qui a sinistra un tipico esemplare di rotafissaro, immagine catturata nel suo ambiente d'elezione: il deserto notturno cittadino (da rotafixa.org)


 
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